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Una società in crescita: il problema degli scarti e dei rifiuti
La popolazione mondiale attuale ammonta a 7,6 miliardi, raggiungerà quota 8,6 miliardi nel 2030 e 9,8 miliardi nel 2050 [1]. Questo trend si tradurrà in un incremento nella produzione di rifiuti, previsti passare dai 2 miliardi di tonnellate del 2016 a 3,4 miliardi di tonnellate nel 2050 [2]. Considerando più nel dettaglio il panorama agri-food, secondo il rapporto FAO ogni anno un terzo del cibo prodotto a livello mondiale e destinato al consumo umano viene perso (Food Loss) o scartato (Food Waste) [3].
Per Food Loss si intende la diminuzione in termini di massa o valore nutrizionale di cibo originariamente destinato al consumo umano, a causa di inefficienze lungo la catena distributiva, insufficienti conoscenze da parte degli attori della filiera alimentare e distanza geografica. Per Food Waste si intendono gli alimenti adeguati al consumo umano, scartati in quanto scaduti o deteriorati. In questo secondo caso i motivi sono imputabili a comportamenti inappropriati da parte dei rivenditori o abitudini scorrette dei consumatori finali. Unendo le due definizioni, si parla genericamente di Food Wastage [3].
L’importanza dell’economia circolare per ridurre il Food Wastage
La produzione agricola è responsabile per il 33% del volume totale di Food Wastage ed in particolare le fasi di lavorazione, distribuzione e consumo finale dei prodotti sono le più impattanti. I dati sono allarmanti, riutilizzare l’intrinseco valore di questi scarti organici si presenta come una grande opportunità e necessità per gli anni a venire. Ad oggi il trattamento biologico dei rifiuti organici porta alla produzione di biogas e biometano, tuttavia non tutte le regioni italiane dispongono di impianti quantitativamente adeguati.
In ottica futura, l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha posto alcuni obiettivi fondamentali da raggiungere entro il 2050: utilizzo efficiente delle risorse, economia a bassa produzione di anidride carbonica e adeguato sviluppo sociale. A livello mondiale è necessaria una transizione verso l’ottica di economia circolare, nella quale cui si riutilizzano e valorizzano i materiali di scarto, per inserirli nuovamente nella supply chain. Ciò si presenta come una occasione di crescita economica e riduzione degli sprechi [4], l’economia circolare infatti riporta l’attenzione sul prodotto, sui suoi componenti e soprattutto sulla loro rimessa in vigore [5–7].
Strategia innovativa di valorizzazione delle biomasse: il ruolo degli insetti
Ad oggi una soluzione innovativa e vincente di valorizzazione dei sottoprodotti vede coinvolti gli insetti ed in particolare la specie “Black soldier fly, mosca soldato nero” (BSF). È un insetto non parassita e patogeno per piante, animali e uomo, in quanto non danneggia colture vegetali e non rappresenta vettore di zoonosi [8]. La larva nera di mosca soldato è in grado di alimentarsi con voracità, sfruttando materia in decomposizione e riducendone il contenuto di sostanza secca fino al 40% [9, 10]. La letteratura scientifica ha dimostrato l’abilità di BSF nel consumare ogni giorno, fino al doppio del suo peso corporeo in biomassa, riducendo il volume di materia organica fino al 42-75% [11–13].
Durante la fase larvale BSF è un insetto polifago, in grado di nutrirsi su un’ampia gamma di substrati come scarti di cucina [12], [14], letame [15], [16] e sottoprodotti vegetali in generale [17]–[20]. Al contrario, allo stadio di adulto questo insetto è privo di apparato boccale e perciò non in grado di cibarsi, sfrutta la risorse lipidiche accumulate durante la fase larvale per riprodursi [21].
La composizione standard della larva nera si aggira intorno al 31,7- 47,6% di proteine e l’11,8 – 34,3% di grassi [10], [13], [22], tuttavia è fortemente influenzate dal substrato di crescita, confermando precise necessità nutrizionali da perseguire per poter ottenere i migliori risultati di crescita [19]. I nutrienti di maggiore interesse per una crescita efficiente di BSF sono proteine, carboidrati non fibrosi e lipidi [23]–[25]. In particolare, miscelare più materiali quali substrati di allevamento è la strategia consigliata, in quando offre una dieta bilanciata in termini di rapporto Carbonio/Azoto [26], [27].
La mosca soldato nero per la trasformazione sostenibile dei residui organici
L’utilizzo di BSF rientra tra le tecnologie CORS (Conversion of Organic Refuse by Saprophages) per il trattamento di residui organici. E’ una strategia nuova e flessibile, grazie all’innata capacità di questa specie di ridurre materiale organico, accumulare nutrienti e creare valore aggiunto [11], [28], [29].
È una tecnologia caratterizzata da bassi costi di mantenimento, ridotto impatto ambientale e necessità di spazio. Detiene la potenzialità di trasformare il mondo agricolo in una chiave più sostenibile, canalizzando prodotti di scarto nella generazione di un nuovo prodotto [30]. Il suo utilizzo si presenta vincente in quanto la larva adulta presenta una composizione ricca in proteine e grassi [8], valide fonti alimentari per il nutrimento degli animali [22], [31].
Per fornire un quadro più completo, secondo la definizione di “animale d’allevamento” presentata dal regolamento CE n. 1069/2009, gli insetti allevati per divenire feed sono considerati animali d’allevamento a tutti gli effetti. Sono quindi soggetti a norme in materia di alimentazione [32, 33] secondo le quali è vietato l’uso di proteine derivate da ruminanti, di rifiuti di cucina e ristorazione, di farine di carne e ossa e di letami quali substrati di crescita per gli insetti. Comprese le limitazioni normative, l’utilizzo di quanto classificato come sottoprodotto vegetale è una fonte adeguata all’allevamento di tale specie animali ed un efficiente metodo di riduzione degli scarti organici (Food Waste).
Mosca soldato nero: un sistema zero waste
La valorizzazione dei sottoprodotti tramite l’allevamento di mosca soldato nero porta alla generazione di larve di insetto e residuo di allevamento, due componenti rilevanti per i settori feed e agricolo rispettivamente.
Larve di Black soldier fly: possibili utilizzi
Per quanto riguarda l’utilizzo degli insetti come fonte nutritiva per il settore feed, la Commissione Europea ha indicato le seguenti 8 specie riconosciute sicure ed utilizzabili: Hermetia illucens, Musca domestica, Tenebrio Molitor, Alphitobius diaperinus, Acheta domesticus, Gryllodes sigillatus, Gryllus assimilis, and Bombix mori. Più nel dettaglio, l’impiego di insetti è stato autorizzato per il settore avicolo, acquacoltura, suinicoltura e pet-food [34], [35].
L’elevata energia metabolizzabile, la digeribilità ileale degli aminoacidi ed il contenuto di minerali di BSF, rendono questo insetto utile nella dieta degli avicoli [36, 37]. In aggiunta, le galline in natura sono abituate a cibarsi di insetti vivi, perciò l’introduzione di questo ingrediente nella loro dieta ne migliora il benessere e riduce il beccaggio tra gli animali stessi [38]. L’integrazione di BSF nella dieta di avicoli si aggira solitamente intorno al 15%, tale quantitativo non porta a conseguenze negative sulle performance produttive degli animali o nelle caratteristiche sensoriali di carne e uova [39], [40].
Nel settore dell’allevamento suini, l’inserimento di BSF nella dieta di suinetti ha dimostrato un effetto positivo sulla salute intestinale [41- 43], grazie al contenuto delle larve in acido laurico (C12:0) che agisce da antibatteriche e antivirale [44 – 46]. Inoltre, l’integrazione di lave di insetto nella loro dieta ha registrato anche effetti positivi in termini di efficienza alimentare, peso corporeo finale e stato di salute degli animali [47].
Per quanto concerne l’acquacoltura, la sostituzione fino al 50% della farina di pesce con larve di BSF non ha effetti negativi sulla sopravvivenza degli animali e sulle loro prestazioni di crescita, così come sulla qualità finale della carne [48-50]. Anche in questo settore, molti studi presenti in letteratura hanno riscontrato un effetto positivo dell’acido laurico di BSF nei confronti dei pesci, promuovendone il benessere dell’intestino [51-55].
Residuo di allevamento di Black soldier fly: possibili utilizzi
A seguito della biovalorizzazione operata da parte di BSF è possibile ricavare un sottoprodotto che si dimostra un valido mezzo di arricchimento per il suolo agricolo. Infatti, si definisce Frass la miscela di substrato ottenuta dai residui di allevamento e dagli escrementi dell’insetto [56]. La caratterizzazione chimica del Frass risente direttamente del substrato di crescita utilizzato per l’insetto [57- 58], in generale presenta contenuti rilevanti di azoto, fosforo e potassio. L’utilizzo del Frass come nutriente nei terreni agricoli risponde ai principi dell’economia circolare, chiudendo il ciclo dell’allevamento e reintroducendo i nutrienti residui nel suolo. È possibile creare un’attività zero waste, apportando chiari benefici anche alle coltivazioni.
Il residuo di allevamento fornisce macro e micronutrienti a lento rilascio, facilmente assimilabili da parte delle piante. È stato studiato come aumenti la biomassa ed il contenuto nutrizionale di ortaggi (lattuga), cereali (orzo, frumento, mais, colza) e colture speciali (vigneti). È inoltre in grado di migliorare la capacità di ritenzione idrica del suolo e lo arricchisce in microrganismi benefici per la salute delle piante. L’utilizzo di Frass come arricchimento del suolo agricolo aumenta la tolleranza delle piante agli stress abiotici e la loro resistenza agli agenti patogeni, infatti la chitina in esso contenuta, derivante dall’esoscheletro degli insetti, attivando le risposte naturali di difesa delle piante [59].
Conclusioni
L’utilizzo di insetti per la valorizzazione dei sottoprodotti agro-alimentare rappresenta una strategia innovativa, grazie alla quale è possibile chiudere il ciclo dei materiali all’interno della filiera agri-food. Ciò dà vita ad un sistema di produzione zero waste, non si tratta di una forzatura verso il consumo di insetti da parte dell’uomo, ma altresì dell’applicazione di un processo naturale a basso impatto ambientale.
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Arianna Cattaneo
Arianna Cattaneo è al terzo anno di dottorato in “Agrifood and Environmental Sciences” presso l’Università di Trento e l’azienda BEF Biosystems (Torino). Dopo aver conseguito la laurea triennale e magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari presso l’Università di Milano, si sta dedicando allo studio della mosca soldato nera come strumento di valorizzazione di biomasse agroalimentari, assicurandone il benessere durante l’allevamento.