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La revisione delle norme relative alle informazioni fornite ai consumatori
La consultazione si inserisce all’interno delle diverse iniziative a supporto della revisione della legislazione dell’Unione Europea (UE) in materia di informazioni sugli alimenti per i consumatori, anche detto Regolamento FIC, proposte nella Strategia “Dal produttore al consumatore” nel maggio 2020 [3] (la cosiddetta “From Farm to Fork Strategy”).
In linea generale, la proposta ha l’obiettivo di rivedere l’etichettatura nutrizionale nella parte anteriore dell’imballaggio, la definizione dei profili nutrizionali, l’etichettatura di origine e l’indicazione della data di consumo degli alimenti, che sono tra le principali azioni della From Farm to Fork Strategy. A questi si aggiunge la revisione dell’etichettatura delle bevande alcoliche, come annunciato nel piano europeo di lotta contro il cancro [4], adottato il 3 febbraio 2021.
L’analisi dettagliata del questionario della commissione
Nello specifico, la consultazione si compone di un questionario articolato in quattro grandi parti ed accessibile in tutte le lingue degli Stati Membri dell’Unione.
In ogni sezione vengono presentate le diverse proposte di revisione che prendono in esame i seguenti aspetti:
- Etichettatura nutrizionale nella parte anteriore delle confezioni alimentari e la definizione dei profili nutrizionali. Nello specifico, la proposta vuole introdurre l’utilizzo obbligatorio e armonizzato a livello europeo di etichettatura fronte-pacco (“front-of-pack”) e l’elaborazione di criteri per indicazioni nutrizionali al fine di limitare la promozione di alimenti ad alto contenuto di sostanze come ad esempio sale, zuccheri e/o grassi. Secondo l’attuale normativa UE, l’indicazione di informazioni nutrizionali semplificate sulla parte anteriore dell’imballaggio è possibile su base volontaria, nel rispetto degli obblighi previsti dal diritto dell’Unione. È importante far presente che negli ultimi anni sono stati sviluppati diversi sistemi per la profilazione degli alimenti, come ad esempio il Nutriscore [5] in Francia o il Nutrinform [6] in Italia, e ognuno degli schemi attualmente in uso o sviluppati vengono esaminati nel questionario.
- Etichettatura d’origine: la misura prevede l’estensione a determinati prodotti dell’obbligo di etichettatura di origine. L’attuale normativa prevede già tale misura per frutta e verdura, pesce e frutti di mare, prodotti a base di carne bovina, carne cruda di suini, ovini, caprini e pollame, olio d’oliva, vino, uova e bevande alcoliche. La Commissione sta valutando di estenderlo al latte presente nei latticini, le carni utilizzate come ingrediente primario degli alimenti trasformati, le carni di coniglio e selvaggina, il riso, il grano duro utilizzato nella pasta, le patate sfuse (vendute direttamente al consumatore) e il pomodoro. Sarà inoltre necessario decidere quale tipo di informazione fornire sulle fasi della produzione di un prodotto, come ad esempio la lavorazione e/o il confezionamento. Per ciascuna di queste fasi, l’origine sarà definita in base all’area geografica in cui si è svolta tale attività (ad esempio l’UE, un paese specifico o una regione o una località specifica).
- Indicazione data di consumo degli alimenti: la proposta vuole modificare le norme su indicazione della data, nello specifico per la dicitura “da consumarsi entro” (data di scadenza) e “da consumarsi preferibilmente entro” (termine minimo di conservazione). Le due diciture hanno significati molto diversi. Il primo, “da consumarsi entro”, fa riferimento alla sicurezza del cibo. In altre parole, gli alimenti possono essere consumati fino a una certa data, ma non dopo, anche se possano sembrare in buono stato o con un buon odore (per esempio la carne fresca o il pesce fresco). Il secondo, “da consumarsi preferibilmente entro”, è legato alla qualità, ossia la consumazione del prodotto sarà sicuro anche dopo la data riportata nell’imballaggio, ovviamente se conservato adeguatamente, ma potrebbe non essere nelle condizioni ottimali, il sapore o la consistenza potrebbero essere diversi (ad esempio il cibo in scatola o la pasta secca). Secondo degli studi condotti dalla Commissione europea nel 2018 [7], i consumatori hanno difficoltà a comprendere correttamente la data di scadenza nei prodotti causando così un grande spreco e perdita di alimenti. Si stima, infatti, che in Unione Europea vengano buttati circa 87,6 milioni di tonnellate di cibo ogni anno [8]. Per questo motivo la Commissione ha deciso di rivedere questa misura per poter rendere più immediata la comprensione della dicitura riportata sul prodotto.
- Etichettatura delle bevande alcoliche: l’obiettivo è rendere sia l’acquisto che il consumo di alcolici più consapevole e trasparente. Tra le misure proposte vi è ad esempio la presentazione in etichetta delle calorie per 100 ml di una bevanda oppure l’inserimento di una etichetta elettronica (E-label) tramite QR code. La Commissione sta inoltre valutando la possibilità di revocare l’attuale esenzione applicabile per le bevande alcoliche contenenti più dell’1,2% in volume di alcol introducendo le indicazioni obbligatorie da riportare nella tabella nutrizionale (energia, proteine, grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri e sale).
In contemporanea alla consultazione pubblica, ICF consulting, l’agenzia di consulenza assunta dalla Commissione Europa ha lanciato il cosiddetto Targeted Stakeholder Survey, un sondaggio indirizzato ad aziende, associazioni di categoria, organizzazioni-non-governative (ONG) e piccole-medie imprese, insieme a uno diretto agli Stati Membri.
Con questo esercizio, la Commissione spera di raccogliere informazioni più dettagliate e tecniche sull’applicazione del regolamento FIC e sull’impatto legato a una sua eventuale modifica. Alla fine di questo processo, la società di consulenza preparerà una valutazione dei dati raccolti che verrà pubblicata probabilmente dopo l’estate 2022.
Una proposta per una maggiore consapevolezza: ci sono le giuste tempistiche?
La Commissione dovrà presentare una proposta di revisione del Regolamento FIC entro la fine del 2022, il Parlamento Europeo e il Consiglio dovranno poi revisionare la proposta, approvarla o presentare un’obiezione entro tre mesi.
La Commissione svilupperà la proprio proposta di revisione su una valutazione d’impatto fatta su più livelli, partendo dalle consultazioni pubbliche lanciate dal 2020 fino alle interviste agli stakeholder.
Conclusioni
La domanda che sorge spontanea è se questo tempo possa essere sufficiente per fare una proposta concreta che possa realmente tenere conto di quali siano le necessità del consumatore e degli operatori del settore alimentare. Durante una conferenza [9], il Commissario per la Salute e la Sicurezza Alimentare Stella Kyriakides ha annunciato che “il ruolo dei consumatori e le scelte che fanno sono cruciali nel catalizzare il passaggio a pratiche alimentari più sostenibili. Per questo si vuole consentire ai consumatori di fare scelte alimentari sostenibili”. Basterà per rendere il cittadino realmente consapevole delle proprie scelte?
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[2] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A02011R1169-20180101
[3] https://ec.europa.eu/food/horizontal-topics/farm-fork-strategy_it
[4] https://ec.europa.eu/health/system/files/2021-02/eu_cancer-plan_en_0.pdf
[6] https://www.nutrinformbattery.it/
[7] Market study on date marking and other information provided on food labels and food waste prevention https://op.europa.eu/it/publication-detail/-/publication/e7be006f-0d55-11e8-966a-01aa75ed71a1/language-en
[8] https://www.consilium.europa.eu/it/policies/food-losses-waste/
[9] Keynote speech by Commissioner Kyriakides to the SAFE Conference – “Consumers come first-Towards a more sustainable system”
Silvia Tombesi
Laureata in Relazioni Internazionali presso la LUISS Guido Carli di Roma, vive a Roma ma lavora da remoto per Bruxelles. Grazie all’esperienza in Ferrero, è entrata in contatto con il settore alimentare e ne è rimasta affascinata. Attualmente, lavora come Scientific and Regulatory Affairs Manager presso European Snacks Association (ESA).